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Le avventure di Pinocchio da Carlo Collodi regia Roberto Gandini

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piero gabrielli

Le avventure di Pinocchio
da Carlo Collodi
adattamento Attilio Marangon e Roberto Gandini
musica Roberto Gori
scena Paolo Ferrari
costumi Tiziano Juono
con: Chiara Mercuri, Carlos Garcia, Danilo Turnaturi, Edoardo Lombardo, Emmanuel Rotunno, Fabio Piperno, Fabrizio Lisi, Gabriele Ortenzi,
Gelsomina Pascucci, Giulia Tetta, Jessica Bertagni, Simone Salucci
consulente specialistica Irene Sarti, consulente pedagogica Anna Leo, assistente regista Luciano Pastori.
riprese e montaggio Gianluca Rame
suggeritrice Rosa Maria Pazienza

Al Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli pensavamo da tanto tempo di mettere in scena “Le avventure di Pinocchio” ma più ci pensavamo, più ci si complicava l’approccio. Quale lettura dare del capolavoro collodiano? Esiste un mare infinito di saggi “pinocchieschi” in cui si sovrappongono interpretazioni psicanalitiche, formaliste, politiche, cristologiche e altro. Da che parte cominciare? Abbiamo scelto quella più diretta. Abbiamo incominciato dal libro, dal gusto di leggerlo, insieme, ad alta voce.
È cominciata quindi un’avventura, i cui esiti stilistici e rappresentativi non ci sono ancora del tutto chiari. Possiamo dire che ci sentiamo enormemente coinvolti e che la nostra versione sarà molto differente da quella di Walt Disney, dove la componente arcaica della fiaba viene edulcorata in una melassa hollywoodiana. Sappiamo anche che la musica e le canzoni, tutte dal vivo, cercheranno di rendere al meglio sia gli accadimenti drammatici (Pinocchio impiccato, la Fata Turchina che appare come fosse una bambina morta) che quelli comici e ironici ( Pinocchio in prigione perché innocente, Pinocchio che dice le bugie).

Nel famoso libro c’è però una componente che a noi del Laboratorio Teatrale Integrato Piero Gabrielli, riguarda più da vicino ed è che Pinocchio è un vero “diverso” . Un diverso al cubo, un diverso che non si tira mai indietro nelle sfide che la vita gli propone. Ad esempio quando va a scuola e reagisce risolutamente alle prese in giro dei compagni, o quando affronta l’umiliazione di essere messo in catene per sostituire il cane da guardia Melampo, senza però diventare complice delle Faine, o quella di essere esibito in un circo sotto le sembianze di un asino.

Ecco, a noi questo Pinocchio piace perché ha tanti difetti, alcune sfortune ma ha anche tanto coraggio. È sensibile, generoso e affronta le difficoltà senza piangersi addosso. E ci piace anche che non sia perfetto, che dica le bugie, e che sappia delle cose senza che nessuno gliele abbia mai insegnate.

Pensiamo che Pinocchio, raccontato da 12 giovani attori con e senza disabilità, possa rivitalizzarsi, possa dire qualcosa ai ragazzi che assisteranno allo spettacolo e che magari si sentono “diversi” per condizione sociale, forma fisica, solitudine. Dirà qualcosa a quei ragazzi che non trovano il coraggio di reagire alle ostilità della vita o che per timore non riescono a chiedere aiuto a chi gli sta accanto. Con quei ragazzi, e non solo con quelli, condivideremo la più bella fiaba italiana mai scritta.
“Le fiabe non insegnano ai bambini che i draghi esistono. I bambini lo sanno già. Le fiabe insegnano ai bambini che i draghi possono essere sconfitti “(G. K. Chesterton). E forse di fiabe non hanno bisogno solo i bambini.

Roberto Gandini

posted by todolubinasal